Il Nuraghe di Luche e la Necropoli di Molia
Il Nuraghe Luche si presenta nella forma classica di monotorre, parzialmente crollato. I crolli purtroppo hanno reso inagibile l’ingresso e pertanto non è visitabile la parte interna.
Grazie al lavoro fatto da ArcheoIllorai e al progetto Nurnet è possibile sfogliare alcune immagini dei siti archeologici.
Non lontano dal nuraghe si trova invece un villaggio nuragico, si intuisce fosse costituito da capanne circolari di cui si vedono solo i contorni con alcune murature rettilinee. Il villaggio può aver subito modifiche nel tempo in quanto le capanne avevano solitamente pianta circolare.
Nella frazione di Illorai, Molia, si trova l’omonima necropoli (necropoli di Molia), è inserita in un contesto archeologico più ampio che comprende appunto il villaggio di capanne – a poche centinaia di metri – e un circolo megalitico.
Il complesso funerario comprende nove domus de janas con sviluppi planimetrici variamente articolati. La tomba I è pluricellulare e conta undici celle successive. È costituita da un “dromos” – con orientamento a SE (lungh. m 24) – che immette in un’anticella a pianta semicircolare di notevoli dimensioni (diametro m 10,50); l’ambiente presenta pareti e pavimento dipinti di rosso. Dalla cella successiva si accede – attraverso tre ingressi distinti – ad altre 9 celle di minori dimensioni, tutte a pianta quadrangolare; da evidenziare la presenza di un bancone funerario e di una nicchia. La tomba IV, ubicata al di sotto del cavalcavia, è pluricellulare e con ambienti coassiali; mostra un “dromos” orientato ad E, che immette in un’anticella semicircolare.
Dalla cella successiva a pianta quadrangolare si accede ad una cella di maggiori dimensioni.
Della tomba V, è difficile stabilire con esattezza quale fosse in origine lo sviluppo planimetrico: la sepoltura è stata infatti danneggiata da lavori di sbancamento. Tuttavia, è possibile ancora individuare un ampio “dromos”, orientato a SE, dal quale si accedeva all’anticella a pianta semicircolare e ad una cella maggiore di forma quadrangolare. L’ambiente era corredato da altri tre vani sussidiari. La tomba VI presenta un “dromos” e due celle successive, una a pianta quadrangolare, l’altra non definibile in pianta poiché quasi totalmente distrutta. La tomba VII (vedi foto) presenta pianta pluricellulare e vani particolarmente rifiniti e decorati con elementi architettonici. Dal “dromos” e dalla successiva anticella – di forma non determinabile – si accede in altri 15 vani sussidiari, a pianta rettangolare o quadrangolare, distribuiti in modo armonico ed equilibrato.
Le pareti dei vani presentano, inoltre, elementi architettonici decorativi – come architravi realizzati a rilievo piatto, lesene, numerosi banconi funerari risparmiati nella roccia, portelli achitravati e doppie cornici – e tracce di colorazione rossa alle pareti e sul pavimento.
La tomba VIII ha uno sviluppo planimetrico pluricellulare, con almeno 12 ambienti disposti in modo irregolare. L’ultimo ipogeo, la tomba IX, quasi totalmente distrutto, presenta un impianto pluricellulare, con 10 vani a pianta quadrangolare.
Le domus si datano tra il Neolitico finale (cultura di Ozieri, 3200-2800 a.C.) e l’Eneolitico.
Le tombe furono scoperte nel 1976, a seguito dei lavori di sbancamento per la costruzione della strada Ottana-Cantoniera Iscra.
Descrizione originale: SardegnaCultura.